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Angela e Luciana Giussani, le regine del terrore

Angela e Luciana Giussani, le regine del terrore

La figura alta, enigmatica, i suoi gelidi occhi di ghiaccio, unico tratto di sé che concede. Ladro spietato e geniale.

Lei bionda aristocratica altera con occhi verdi come lo smeraldo nei quali balenano perfidia e dolcezza. Diabolik ed Eva Kant ladri provetti. Ginko, il poliziotto buono e irreprensibile, Altea duchessa di Vallerebbe la sua eterna fidanzata e poi lo Stato di Clerville e le immancabili Jaguar E-type anni ’60, nere come la notte.

Un mondo fatto di intrighi, furti di meravigliosi gioielli, inseguimenti e amore, nato dalla fantasia di Angela Giussani una giovane borghese anticonformista milanese nata nel 1922. Ribelle, estroversa ed indipendente negli anni Cinquanta guida l’auto e non contenta di scandalizzare i benpensanti ottiene il brevetto di pilota d’aereo. Va a cavallo, scia e legge i feuilleton francesi scoperti a casa dello zio Claudio. Si innamora di Arsenio Lupin e Fantômas che legge voracemente sulla tratta Milano – Saronno. Con lei la sorella Luciana, più timida e introversa, a cui passa le avventure dei due antieroi. L’immaginazione inizia a galoppare. Negli anni della prima guerra mondiale vivranno da sfollate a Cervia, dove le lunghe e interminabili giornate oziose si susseguono l’una all’altra. Angela Incontra Gino Sansoni un esuberante romagnolo, un vulcano di idee. Stampa pubblicazioni di ogni genere, diventa titolare di un’agenzia di pubblicità sul giornale dei tabaccai ma ha in testa di diventare editore. E ciò che pensa, fa.

I due si sposano, lui fonda la casa editrice Astoria, lei per i primi anni lavora al suo fianco, rimanendo nell’ombra e curando una collana per ragazzi. Poi decide che è il momento di spostare i riflettori su se stessa. Si dimette e nel grande appartamento che ospita la Astoria si ritaglia per se un paio di stanze,  ingresso e cucina e con i soldi della liquidazione fonda una sua casa editrice, l’Astorina. 

Le idee arrivano sempre in treno, sarà il viaggio, i paesaggi, l’intimità tra estranei, il tempo che corre rimanendo sospeso. Pensa a tutti quei pendolari, stanchi dopo una lunga giornata lavorativa, immagina un momento di evasione, divertimento e pian piano si fa nitida in lei la visione di Diabolik. Studia accuratamente il formato, non troppo grande, ma neanche troppo piccolo. La misura perfetta è 12x17 centimetri.

Inizia a delinearsi nella sua mente. Nel dna del suo antieroe ci sono Lupin e Fantômas. Angela Giussani è stanca di tutti quegli eroi buoni senza macchia come Zagor e Tex Willer.

Voleva un cattivo, ladro e assassino. Una mente brillante. Una figura affascinante con un’etica e dei valori. Sul nome alcuni sostengono che si sia ispirata al personaggio di Diabolo, altri che l’abbia preso da un fatto di cronaca accaduto un paio di anni prima a Torino dove il 26 gennaio 1958 venne ritrovato in via Fontanesi un uomo brutalmente ucciso. L’assassino aveva lasciato un biglietto firmandosi Diabolich.

Per la k finale l’ispirazione è il ku klux klan, non per qualche affinità ideologica, ma per quella k simbolo di male.

Diabolik è pronto per andare in stampa. Ma sono gli anni Sessanta e una piccola casa editrice fondata e diretta da una donna che pubblica un fumetto scritto da lei e dove il personaggio principale è un antieroe non trova larghi consensi. Nessuno vuole distribuirlo. Angela Giussani testarda e tenace gira l’Italia edicola per edicola raggiungendo accordi un po’ ovunque. Il primo numero esce il 1° novembre del 1962. Diabolik. Il re del terrore. Il fumetto del brivido.

Il logo, quelle lettere che gocciolano di rosso sangue fu ideato da Remo Berselli. A scrivere la storia lei, Angela Giussani, la copertina fu disegnata da Brenno Fiumali, i disegni erano di Angelo Zarcone, figura enigmatica tanto quanto il personaggio che disegna al quale lavorò in gran segreto. Ritardò la consegna delle tavole di Alboromanzo Vamp, pubblicato dalla Astoria del marito della Giussani, per dedicarsi al primo numero di Diabolik. Finito il lavoro inspiegabilmente sparì e nessuno seppe più nulla della sua vita.

Mistero nel mistero.

Diabolik è un successo. Dopo i primi tredici numeri Angela chiama sua sorella Luciana, impiegata in una fabbrica di aspirapolvere, a darle una mano. Da allora le storie saranno scritte a quattro mani. Per i disegni arriveranno Calissa Giacobini, in arte “Kalissa” e in seguito Luigi Marchesi. A un anno esatto dalla pubblicazione del primo numero la Mondadori contatta le due sorelle chiedendogli di poter stampare Diabolik.

Tutti leggono le avventure del re del terrore e nessuno ricorda il primo fallimentare tentativo nel mondo del fumetto della Astorina, le avventure del pugile Big Ben Bolt, nate e morte nell’arco di due anni. Le sorelle attraverso il loro alter ego parlano di tutto aborto, violenze sessuali, pena di morte, mafia.

Di borghese mantengono solo l’immagine, le gonne a campane, le collane di perle.

Angela bellissima, dopo un passato da modella (celebre la sua pubblicità per il sapone Lux), giornalista e redattrice, si immerge completamente nella vita di Diabolik. Luciana la segue a ruota. La vita di entrambe è in quel paese “ai confini della realtà che è Clerville.

“Tu sei la prima donna che sa che questo è il vero volto di Diabolik, forse sto per commettere l'errore più grave della mia vita, ma tu sei la donna più bella e affascinante che abbia mai incontrato e io amo il rischio e il pericolo” disse Diabolik, “Anch’io” rispose Eva Kant. Gli italiani sognano l’avventura, il rischio, il coraggio e la vita spericolata dei due amanti. Gli uomini vogliono essere il ladro irraggiungibile e geniale, bambino scampato a un naufragio e cresciuto nel rifugio di una banda internazionale di criminali. Le donne vogliono essere altere e glaciali come Eva, vedova di un uomo ricco ucciso forse da lei.

Angela e Luciana continuano per tutta la vita a scrivere le loro storie e quelle parallele di Ginko  e Altea. “Nessuna cosa al mondo potrebbe darmi l’esaltazione che mi dà l’idea di combattere contro il mondo intero” fanno dire a Diabolik ne L’assassino dai mille volti, in realtà si tratta della loro vita.

Angela muore il 10 febbraio 1987 e Luciana continua a gestire da sola la casa editrice. Nel 1992 lascia la conduzione di Diabolik, nel 1999 quella della Astorina. Continua però a scrivere le avventure del ladro dai gelidi occhi di acciaio, sino alla sua ultima storia, “Vampiri a Cervice” pubblicata nel dicembre del 2000. Tre mesi dopo raggiungerà la sorella.

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