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Mesciu Pino, abili mani per dar sfogo alla fantasia

Mesciu Pino, abili mani per dar sfogo alla fantasia

Ha 87 anni, Mesciu Pino, fisico asciutto sguardo curioso di chi sa che la vita non può far altro che insegnare, sempre. 87 anni e una gran voglia di dare spazio alle idee che affollano la sua mente.

Ha iniziato prestissimo a lavorare, “facevo il muratore e non avevo il fisico adatto”, e si che quando si inizia si portano mattoni e calderine di conza, “poi ho fatto pavimenti per 43 anni”. Non un giorno ma una vita. Ha lavorato i materiali della edilizia, ha posato mattoni e piastrelle nelle case della sua San Cassiano, “ma anche in tanti paesi qui intorno” dice fiero. “Poi quando ho smesso di lavorare e sono andato in pensione ho deciso di assecondare ciò che avevo in testa”, racconta. Ed ha iniziato a lavorare il ferro battuto, piegandolo e incurvandolo per farne sedie, panchine, ringhiere. Le sue creazioni le tiene in casa, e mi ci accompagna come se ci conoscessimo da tempo, non come se fossimo due estranei (mi hanno indirizzato Donatella e Pino, che lavorano al Comune, e si sa, in un piccolo paesino si conoscono tutti e loro Mesciu Pino lo conoscono da sempre) ma Mesciu Pino Colella ha una gran voglia di parlare, di mostrare,  un’ansia quasi di comunicare. E a casa sua ti fa vedere la ringhiera e il tavolo in legno con piano in pietra levigato a mano, e qui insiste nell’ affermare che tutto è lavoro e sudore, solo un piccolo strumento per tagliare ma ora non ha più neanche quello, ora può guardare e non più dare forma ai disegni della sua fantasia. La cantina è piena di oggetti sottratti al legno, o meglio ai tronchi e ai pezzi già tagliati, perché lui gli alberi li ama e il materiale lo andava a prendere da chi vendeva legna da ardere. Legna a cui donare seconda vita. C’è Collodi in cantina, statua di Geppetto e Pinocchio, c’è l’America con le tre navi della spedizione di Cristoforo Colombo, la Nina, la Pinta e la Santa Maria. Ci sono attrezzi e utensili, pipe e bottiglie, ‘macinule e fusi’ per filare lana, e poi c’è un aereo un bombardiere tedesco della seconda guerra mondiale. Perfetto nelle linee essenziali nella sua riproduzione. Ha vissuto la guerra, domando. Sì è la risposta “con lo sguardo curioso di un bambini di 10 anni che non cercava riparo ma spazio per osservarlo meglio quell’aeroplano di morte”.

Nella sua vita Mesciu Pino ha suonato anche in un gruppo di musica  popolare, “facevamo pizziche e tarantelle, quadriglie, anche i miei figli suonavano, sono tutti di carriera e ad ognuno di loro ho donato tavoli e sedie fatti da me”. Punta di orgoglio. La serratura si chiude e Mesciu Pino torna a casa mi ricorda che ora è solo, la moglie è malata e lontana. Nello sguardo di congedo, nel blu degli occhi, ci sono tutti i mari che lui ha navigato con la sua fervida immaginazione.

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