Laura Crippa, alfa privativo

Sono versi potenti, parole scritte e pronunciate con estrema precisione, vere ed intense. Non c’è spazio per dubbi, tentennamenti e incertezze.

La raccolta alfa privativo, edita da Marcos Y Marcos, rivela Laura Crippa, una voce nuova, chiara e concreta nella poesia. Versi che viaggiano staccandosi dalle pagine, che prendono spessore quando pronunciati o letti silenziosamente scorrendo lo sguardo sul foglio. I sentimenti e le riflessioni prendono forma “sul tuo balcone c'era cenere/e fumo/ e un rosmarino morto/ non sono in grado dicevi/ di avere cura/ e mentre lo dicevi mi bagnavi di carezze/ è sempre stato questo il tuo problema/ distrutto pensarti distruttore/ non sapere che può tutto la tua bocca/ che illumini ogni cosa che mi tocchi che/ nella mandorla della mia nuca/ dalle tue mani irrompono/ la sera e la mattina / le terre emerse e i mari/ le nuvole le stelle gli animali / il pieno e il vuoto/ i nomi delle piante e anche/ il più insignificante dei verbi di moto”.

I pensieri si affidano all’osservazione, alla natura, alle dediche “esistono semi/ che senza l'inverno non possono uscire/ bisogna ingannarli mettendoli in frigo/ non mi è consentito ibernarmi/ ma forse tu/ avevi bisogno di vivere al freddo/ di farti aspettare eternando/ il principio del tempo”.

Dialogano i versi di Laura Crippa, percorrono il tempo, coprono spazi, viaggiano nelle dimensioni possibili e in quelle ipotizzabili, come in catabasi “prendi un pugno di terra nuova/ mischiala/ con lapillo e sabbia/ una piccola fossa/ setaccia il buio approfondisci/ deponi la radichetta/ verso l'abisso/ poi sgozza una busta del conad/ poggia ai bordi e sigilla/ e attendi il ritorno dal nulla”.

L’assenza è nella presenza della parola, tutto è semplicemente chiaro.