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Amami Alfredo, Violetta

Amami Alfredo, Violetta

Non fu un successo, non alla prima. Non si levarono applausi né ovazioni, ma fischi. Il pubblico del teatro La Fenice di Venezia non apprezzò.

Era il sei marzo del 1853 e Giuseppe Verdi, reduce dal successo del 1851 con “Rigoletto”, non si aspettava che la sua nuova opera fosse un fiasco. Il trionfo un anno dopo, il sei maggio del 1854, nella stessa città ma al teatro San Benedetto. Ad interpretare Violetta, la protagonista de La Traviata, Maria Spezia Aldighieri. Violetta, giovane donna, cortigiana, malata di Tisi, Alfredo che le confessa il suo amore, lei che apre il suo cuore e si sacrifica per il bene di lui lasciandolo. Ci sarà tempo per un ricongiungimento, prima che lei muoia, mentre il carnevale impazza per strada. Violetta e la voce di Maria CallasAmami, Alfredo! Amami quanto io t'amo! Ah, Alfredo, quanto io t'amo, quanto io t'amo! Addio!”.

Ad ispirare Verdi il romanzo La signora delle Camelie di Alexandre Dumas figlio. Ad ispirare Dumas Alphonsine Duplessis, cortigiana di Parigi che morì di tisi a soli 23 anni, così Violetta che non sapeva di poter essere amata e resta stupita dal sentimento di Alfredo. “È strano, è strano! In core scolpiti ho quegli accenti! Sarìa per me sventura un serio amore? Che risolvi, o turbata anima mia? Null'uomo ancora t'accendeva: o gioia ch'io non conobbi, essere amata amando! E sdegnarla poss'io per l'aride follie del viver mio? Ah, fors'è lui che l'anima solinga ne' tumulti godea sovente pingere de' suoi colori occulti!”.

Dopo il fiasco del debutto Verdi non si scompose, e in una lettera scrisse “La traviata, ieri sera, fiasco. La colpa è mia o dei cantanti? Il tempo giudicherà”. Il ruolo di protagonista fu affidato a Fanny Salvini Donatelli, anche se Verdi aveva espresso parere contrario: era di età troppo avanzata per quel ruolo, non sarebbe stata credibile. E il baritono Felice Varesi non si espresse al meglio. Dall’insuccesso al trionfo passano un anno e due mesi ed alcune modifiche agli spartiti da parte di Verdi, come sostiene anche il  musicologo Julian Budden, autore del libro "Le due Traviate”. Dopo il successo del 1854, nonostante la censura, e le critiche per il tema scabroso, La Traviata è considerata una delle più grandi opere mai scritte e il capolavoro di Giuseppe Verdi.

Libiamo, libiamo ne' lieti calici, che la bellezza infiora e la fuggevol, fuggevol ora s'inebri a voluttà. Libiam nei dolci fremiti che suscita l'amore poiché quell'occhio al core onnipossente va. Libiamo, amore, amore fra i calici più caldi baci avrà”.

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