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La filosofia dell’avventura, Pietro Del Soldà

La filosofia dell’avventura, Pietro Del Soldà

Aprire le porte della quotidianità all’avventura per lasciarci uscire dal guscio chiuso in cui ci rinchiudiamo schiavi dell’abitudine.

La voce calma, precisa, è come una brezza marina che invade il vecchio porto di Monopoli. La rassegna è il Prospero Fest, a parlare Pietro Del Soldà, filosofo, di Venezia, nato nel 1973.

Alle 19 e qualche minuto il sole tarda a tramontare sulle pietre bianche delle costruzioni che si elevano sulle sponde, il palco è quasi in acqua, la scenografia inesistente apre la vista sui gozzi ormeggiati. pronti a lasciare l’insenatura.

Pietro Del Soldà conduce il pubblico in un viaggio di scoperta dell’avventura, l’esperienza che interrompe la nostra quotidianità. Il suo è un racconto che percorre millenni, da Aristotele ai nostri giorni, per spiegare quanto siamo concentrati sull’Io, sulle aspettative che ci circondano, sull’ossessione del giudizio degli altri, sull’urgenza e il breve termine. 

Basterebbe aprire la porta, lasciare entrare un elemento di novità, guardare fuori la bellezza della natura, ascoltare un estraneo, incontrare un altro pensiero, udire un’altra voce, assecondare i desideri. Basterebbe questo ad interrompere la monotonia che ci fa sentire ‘comodi’, protetti. Basterebbe, per portare luce nel  grigiore delle nostre esistenze, vivere un’avventura che porti fuori di sé, che segni l’istante, che invada lo spazio, che rompa i confini che abbiamo costruito intorno a noi, che ci liberi dalla schiavitù dell’Io e ci costringa ad ascoltare il coro di voci che alberga in noi. 

Basterebbe essere qui, mentre le luci artificiali restituiscono ciò che la sera tenta di nascondere.

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