Che cosa nasconde tra le sue grandi foglie. Quale mistero cela e quale meraviglia nasconde agli occhi non curiosi del contadino occasionale.
Sui filari degli orti amatoriali, appezzamenti di terreno presi in fitto con irrisori canoni semestrali da aratura a marzo in aratura a ottobre, loro non temono le non curanze e gli abbandoni, vincono sui temibili abbracci delle erbacce.
Loro. I cavoli. Perché Ferdinando abbia scelto di piantarne tanti e di tante tipologie è un mistero ma è tempo di raccolta e da solo due fila di 75 metri non può più gestirle. Cavolo broccolo, cavolo broccolo ramoso, broccoletti, cavolfiore, broccoletti, cavoletti di Bruxelles, cavolo rapa, cavolo cinese, cavolo marino, cavolo nero, cavolo verza, e lui il cavolo cappuccio. Insolito, sembra un pallone nascosto in un cespuglio.
Ferdinando con abilità taglia tutto ciò che serve mentre ad alta voce pensa a ciò che farà, vellutata di cavoletti, involtini di cavolo verza. Che menu monotematico “ma il cavolo in tutte le sue sfumature ha effetti benefici anche come antiossidante e fa bene ai vasi sanguigni”. Sarà ma non è che può piacere a tutti. La cassetta ricolma sollecita un nuovo contenitore, nella loro produzione non si risparmiano, generosi i cavoli con le loro foglie a proteggere preziosi frutti. Non ci sono bambini sotto queste piante di cavolo, le cicogne hanno ceduto spazio alle gazze. Che cavolo scegliere come ricompensa per l’aiuto nella raccolta? Cappuccio, sodo e compatto, bianco, rosso, verde o viola. Sotto le foglie lisce si nasconde come un ragazzo nel cappuccio della felpa.