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Fari di Puglia, storie intrecciate

Fari di Puglia, storie intrecciate

Sono diciotto e svettano alti nel cielo a indicare la rotta. Un punto fermo dove arrivare, una luce nel buio e nella tempesta.

Sono i fari di Puglia, il più antico è quello di Sant’Andrea di Missipezza costruito nel 1836, il più alto è quello di Bari, 66 metri, il quarto più alto d'Italia, dopo quelli di Genova, Vasto e Trieste e il 22esimo al mondo.

E proprio lui, il faro di Bari costruito nel 1869 si appresta a rinascere, indicando non più solo la via, racconterà due storie intrecciate tra loro, quella di un cammino per mare che va dalle isole Tremiti con i suoi due fari di Punta del diavolo sull’isola di san Domino e di Pianosa a Santa Maria di Leuca e quella di un giovane visionario.

Di quando il 3 agosto nel 1904 Guglielmo Marconi effettuò il primo collegamento radio attraverso l’Adriatico. Scelse Bari e la sua quasi omonima dall’altro lato del mare, Bar in Montenegro. Duecento chilometri a separarle, una impresa epica per il giovane inventore abituato a cancellare distanze.

Sicuro di realizzare l’impossibile finanziò le due stazioni radio, gli bastarono due tralicci alti 50 metri, distanti tra loro altri 50, proprio davanti al faro di Bari per la sua impresa. Il mare non divideva più ma congiungeva le due sponde, grazie a quella stazione, che dal primo settembre di quell’anno divenne voce per le due sponde.

La storia non è solo memoria è volano di ciò che possiamo essere e fare. In quello stesso faro nascerà il Museo dei fari e delle torri costiere della Puglia dove saranno  esposti materiali relativi alla storia del faro di San Cataldo, al cammino dei fari di Puglia e all’itinerario delle torri in terra di Bari e il Museo della radio, una stanza dedicata alla storia della radio, una che esporrà pezzi storici e cimeli e un’altra dedicata alla prima trasmissione radio nonchè alla figura di Guglielmo Marconi.

Tornerà al suo antico splendore, tutti gli interventi che negli anni lo hanno alterato saranno rimossi. Sarà tinteggiato a calce per far respirare la pietra, come si faceva un tempo. Via il cemento dai pavimenti dove sarà posata la pietra di Trani e una nuova apertura al mare che ha sempre chiamato, che ha sempre avvicinato a sé.

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