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Lawrence Ferrandina, nel segno del maestro

Lawrence Ferrandina, nel segno del maestro

Ha un sogno Lawrence Ferrandina quello di riuscire con la sua spada ad anticipare le mosse del suo avversario e salire sul podio.

Come ha fatto nella prima prova di spada maschile under 17 classificandosi al terzo posto. Lui è uno spadista del Club scherma Bari e rispondendo alle nostre domande ha l’eleganza di non affondare mai il colpo. 

 Com’è nato l’amore per la scherma?

 L’amore per la spada e il fioretto sono nati in me sin da subito, per la scherma è venuto in seguito. Da piccolo ho provato tutti gli sport, sono una persona molto razionale, mi piace l’idea di poter usufruire del ragionamento per trovare diverse soluzioni su come battere l’avversario. Soprattutto ho visto, con il passare del tempo, che la scherma è una palestra di vita, uno sport nobile che ti permette di capire quali sono i tuoi difetti e i tuoi pregi. La tua personalità si rispecchia nel tuo modo di tirare. E quindi capisci molte cose dell’avversario. 

Quando sali in pedana qual è la cosa più importante?

Inizialmente era riuscire ad entrare nella testa dell’avversario e quindi sconfiggere i miei limiti. Essere più bravo dell’altro nel trovare l’azione o la strategia vincente. Con il passare del tempo invece la cosa più importante è diventata divertirmi. Perché se basassi tutto solo sul ragionamento perderei il senso di questo sport.

Come trovi la concentrazione?

La concentrazione mi viene naturale, tendo ad eliminare tutto il resto. Creo un ritaglio nel quale visualizzo solo l’avversario che ho di fronte. Instauro un dialogo mentale tra me e lui, ed elimino tutti gli elementi circostanti dalla tifoseria agli arbitri, tutto ciò che non si può controllare.

C’è qualcosa di cui hai paura?

La mia paura più grande è quella di perdere la capacità di adattarmi alle circostanze. Mi piace cercare di cambiare il mio gioco in funzione del mio avversario e non tendere ad avere l’azione fissa. E ad avere un ventaglio di possibilità e usufruire di quella più corretta al momento giusto.

Hai un mito?

Non ho proprio un idolo, però sicuramente il mio maestro Andres Carrillo è un grandissimo esempio per me. Spero di avere appreso il più possibile dalla sua scherma. Vorrei ringraziarlo e insieme a lui ringraziare chi mi sostiene da sempre, la mia famiglia, lo staff del Club scherma Bari e il mio mental coach Lorenzo Marconi

Ci riveli un tuo sogno?

Salire sul podio agli imminenti campionati italiani. Ciò dimostrerebbe che, grazie ai duri allenamenti si possono raggiungere i propri sogni, anche se a volte la vita ti pone davanti ostacoli che ti fanno dubitare in ciò che credi. Vedere il mio nome nella finale sarebbe una prova che i sogni si possono avverare credendo in se stessi e lavorando tanto.

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