Visioni d'insieme

Dopo la pioggia, una rosa

Dopo la pioggia, una rosa

Un timido sole si affacciava dietro piccole nuvole bianche giunte sospinte dal vento dopo quelle grigie cariche di pioggia. 

Incessante e copiosa la pioggia, caduta dal cielo per tutta la notte, con il buio sovente illuminato dai tanti fulmini, non sembrava dovesse aver fine. Batteva sui vetri, sulle pareti, sugli alberi, sui fiori tra le aiuole nel giardino ormai ridotto a terra zuppa dove affondare le gambe fino alle ginocchia. Il suono dei tuoni diveniva sempre più forte riducendo il tempo dai lampi che li precedevano. Una notte buia e tempestosa aveva lasciato spazio ad un’alba altrettanto temporalesca, e il raggio di sole nel tardo mattino era una finestra per consentire la conta di eventuali danni. Una grondaia non aveva retto al peso dell’acqua, più in là i vasi dei ciclamini ricolmi reclamavano di essere svuotati per non soccombere.

Alcuni giovani narcisi avevano piegato il capo fino a sfiorare il terreno sporcandosi di marrone, il trifoglio giallo sembrava felice di poter avere ancora energie per crescere e diffondersi oltremisura. 

Vicino al muro della vecchia casetta degli attrezzi appariva lei, bella, sensuale, con le goccioline di pioggia tra i petali: una rosa. Il suo colore, una sfumatura lieve e dolce di arancione, augurio di serenità. Quanta delicatezza racchiusa in un bocciolo che si apre lentamente regalando un profumo intenso. Piccole gocce sorridono al sole come fosse in estate dopo l’annaffiatura.  Furbe si lasciano asciugare, dopo aver sorriso allegramente e giocato sornione a mantenersi in bilico, per non scivolare via. Loro sanno che il temporale non è che un ricordo.

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