Luoghi & Comuni

I luoghi di un cuore dimenticato

I luoghi di un cuore dimenticato

Coperto di polvere lo splendore, rimane flebile il battito di tanta bellezza che chiede solo di essere vista.

Luoghi bellissimi e dimenticati dall’incuria dell’uomo, dal passare del tempo.

Ricchezze di una Italia nascosta dove in ogni angolo c’è una chiesetta abbandonata un tempo centro di culto e di vita cittadina, una torre di avvistamento che narra di pirati e conquistatori, un affresco che sbiadisce inesorabilmente. Il Fai ogni hanno recensisce i luoghi del cuore, quelli che chiunque può votare, per non farli dimenticare, per farli tornare all’antica meraviglia.

Il 15 dicembre scade il termine per votare (clicca qui per ogni informazione) e contribuire così a togliere la polvere del tempo. Nella classifica nazionale, per ora parziale al primo posto c’è il Museo dei Misteri di Campobasso, un luogo in cui sono raccolte macchine e ingegni di legno e ferro fucinato simbolo di una tradizione ormai persa.

Al secondo posto c’è la chiesetta San Pietro dei Samari nel parco di Gallipoli, fondata da Ugo di Lusignano, condottiero dei crociati, ritornato dalla Palestina nel 1148 e sbarcato a Gallipoli. Una iscrizione racconta che il condottiero fondò la chiesetta proprio nel punto dove san Pietro sbarcò, reduce dalla Samaria. 

Al terzo posto di questa classifica provvisoria c’è invece il Villaggio operaio di Crespi a Capriate s. Gervasio nel bergamasco, considerato il villaggio operaio meglio conservato d’Europa, fondato nel 1877 da Cristoforo Crespi, dal 1995 patrimonio dell’Unesco.

Sono tanti, alcuni conservano quasi intatto l’antico splendore, altri necessitano di massicci interventi di recupero e restauro, ma tutti narrano una storia oggi inascoltata. La classifica è uno scrigno che custodisce gemme preziose, luoghi mai sentiti che aspettano di essere accuditi.

Scorrendo il lungo elenco al 20esimo posto troviamo l’ex convento dei cappuccini di Mesagne, nel brindisino. 

Un antico insediamento monastico di rito greco, la cui chiesa (dedicata a S. Maria di Stigliano e concessa ai Francescani nel 1539) è ora inglobata nella struttura, con una una navata con volta a crociera e vari affreschi da restaurare e valorizzare. Abbozzato da tuguri basiliani nel 1548 e completato da Lucantonio Resta, arciprete mesagnese, da Padre Antonio da Putignano e dalla Famiglia Albricci, il cui stemma è ancora sulla facciata, il convento ospitò frati di grande spiritualità, quali Giacomo da Molfetta e Angelo da Castellaneta, ministri della provincia di S. Girolamo.

E poi al 38esimo posto l’abbazia di Kalena a Peschici, in provincia di Foggia

Il complesso badiale benedettino di Kàlena, ha al suo interno due chiese intitolate alla Madonna delle Grazie, ed è un’importante testimonianza dell’architettura romanica internazionale. Fonti scritte attestano la sua esistenza già nell’XI secolo. il luogo fu retto dai benedettini, a cui subentrarono i cistercensi nel 1255 e i canonici regolari lateranensi nel 1412. Questo complesso esercitava un forte ascendente su tutto il Gargano, tanto da richiamare l'attenzione di uno dei centri nevralgici della cultura italiana altomedievale, l'abbazia di Montecassino.

Tra i primi cento c’è anche la Torre di Castiglione a Conversano, nel barese. Ciò che rimane di un villaggio medievale di Castiglione che, a partire dal XIV secolo, rioccupò la parte più alta della collina, dotandosi di una cerchia muraria che si innestò proprio sui resti delle preesistenti fortificazioni megalitiche. All’interno del circuito murario, si scorgono ancora le strutture di una chiesa con annessa cappella funeraria, polo aggregante del borgo rurale medievale. Gli scavi archeologici condotti nel 1998 hanno consentito di portare alla luce, proprio nella piccola cappella, la sepoltura privilegiata di un esponente di rango della comunità locale, forse un cavaliere.

Non una meta ma un lungo viaggio alla scoperta delle bellezze di un Paese bistrattato, sul quale ogni giorno si getta polvere sulla bellezza e si illuminano le nefandezze.

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