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L’architettura democratica di Anne Lacaton a Bari

L’architettura democratica di Anne Lacaton a Bari

Francese di nascita sceglie l’Africa per essere più vicina a Jean-Philippe Vassal. Lì apprende il concetto di architettura democratica. 

 Pochi materiali, spese contenute, massimo risultato. Anne Lacaton fa della rigenerazione urbana il suo mantra, trasforma con pochi e mirati interventi l’isolato parigino di Tour Bois le Prêtre e una porzione del quartiere Grand Parc a Bordeaux. Tra le sue opere più note e premiate, il Frac il museo di arte contemporanea di Dunkerque. Nell’anno in cui l’umanità si ritrova confinata in spazi angusti lei ridisegna gli spazi dandogli un volto nuovo, vincendo il Pritzker, il più ambito premio di architettura al mondo, vinto prima di lei tra gli altri, da Zaha Hadid.

Il premio, condiviso con Vassal, è un tributo allo “spirito democratico dell'architettura. Attraverso le loro idee, l’approccio alla professione e gli edifici che ne derivano, hanno dimostrato che è possibile perseguire senza nostalgia un impegno verso un'architettura rigenerativa che sia allo stesso tempo tecnologica, innovativa e sensibile rispetto alla tematica ecologica”.

Anne Lacaton sarà a Bari il 9 settembre per una conferenza su “Trasformare, fare di più e meglio” nell’ambito di Biarch il festival dell’architettura della città di Bari, vincitore del bando “Festival dell’Architettura”, promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Trasformare a partire dall’esistente significa avvalersi di ciò che esiste, aggiungere, ampliare, consentire agli abitanti di un edificio, che lo desiderano, di soggiornarvi, introdurre altri abitanti, per utilizzare al meglio impianti, servizi e negozi, significa poter densificare aree scarsamente popolate, creare prossimità, e fare in modo che ogni abitante abbia molto più spazio per sé.
I grandi complessi residenziali non sono certo soddisfacenti così come sono, ma sono in gran parte migliorabili, modificabili, trasformabili. Si tratta di non guardare più torri e barres da lontano, dall’esterno, di non condannarle più per la loro cattiva immagine, ma di entrare davvero all’interno, di cominciare la trasformazione dallo spazio abitato, per migliorarlo, allargarlo, dispiegarlo, dargli più capienza, qualità, aprirlo verso l’esterno, decomprimere gli spazi comuni.
Trasformare è produrre delle condizioni dell’abitare che siano durevoli e sostenibili, non più determinate dal minimo economico, regolamentare o normativo, ma da un massimo di generosità e piacere. In generale, qualunque sia il luogo, l’edificio o la funzione, riutilizzare, trasformare, reinventare a partire da ciò che già esiste è un’opportunità, un valore aggiunto e l’approccio di gran lunga più economico e duraturo.
La conferenza di Anne Lacaton si concentrerà sulla trasformazione dei progetti abitativi moderni esistenti.

BiArch conta più di 60 eventi tra mostre, lectio magistralis, conferenze, workshop, installazioni e performance che si terranno in tutta la città sino al 20 settembre.

 

 

Gli eventi saranno tutti a ingresso gratuito e contingentato su prenotazione, nel rispetto delle normative anti-covid. Per informazioni cliccate qui.

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