Di appuntamento in appuntamento, tra i chiostri e i cortili, tra le mura spesse del centro storico, da mattina a sera, seguendo il programma.
Lector in fabula, quando il lettore è una rarità, trovarne gruppi non può che allietare anche le strade strette di Conversano, il castello sorride, lui che di lettori ne ha visti tanti, altri residui tempi.
Sul calar della sera tra un incontro e un altro ammirando le architetture e gli stili che nel tempo si sono sovrapposti, arrivare per caso nel chiostro di San Benedetto, orde di giovani ad indicare strade percorribili e sentieri praticabili senza nidi di ragno, e seguire un odore nuovo che conduce ad una improvvisata cena. In questa edizione di giudizi universali, “troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane … liberi come eravamo ieri dei centimetri di libri sotto i piedi …” le patate diventano crema e il maritozzo incontra il vitello tonnato, ricorda gli anni Ottanta, e il bicchiere si colora di rosso, rosato e bianco. Tra le parole degli scrittori e quelle dei libri, tra le pietre calde e l’aria fresca, tra sculture moderne e vecchie opere d’arte, la continuità è leggere sotto la luce intensa del desiderio di conoscenza, mentre un cappero cresciuto chi sa come tra due pietre lungo la parete di un edificio del Settecento regala un suo piccolo fiore. Sorseggiando e chiacchierando il tempo scorre via come un fiume in piena tra gli argini, il mare che ci attende è un nuovo incontro, visioni che si intrecciano, dialoghi su quanto diverso sia il singolo pensare.