La strada corre, il mondo non si è svegliato ancora, anche l’alba è appena arrivata con il suo bagaglio di speranze e futuro.
Dove comincia l’arancione, e dove finisce il giallo o il rosso? Kandinsky non trovò mai una risposta a questa domanda e in questa giornata che è appena iniziata non c’è risposta a questo mescolarsi di colori, solo un funambolo con i piedi fermi, uno dietro l’altro, su un filo sospeso nel vuoto saprebbe quanto l’equilibrio è fatto di infinitesimali bilanciamenti.
Intorno tutto dorme, il silenzio è l’ouverture di questa giornata che spero non sia solo rumore. Cercare armonia in ogni attimo, ora su questa strada che si srotola davanti a me, dove cielo e mare si specchiano l’uno nell’altro, dove tutto è caldo come un abbraccio. Infinito eppure a portata di mano.
Divagherò per altri sentieri per cercare ancora e ancora e ancora.
Il mondo è troppo grande per indugiare sulle piccolezze. I particolari sì, sono vitali, essenziali nella loro cura, ma le piccolezze le abbandono lungo la strada, senza guardarmi indietro. Su questa strada che non ha altro da offrirmi se non un cielo testimone di ogni avventura nella quale saprò saltare. Come un tuffo da un dirupo, sapendo che arriverà il mare e nel mezzo solo aria, leggera, invisibile, impalpabile carezza. Ed è tutto.
Andare solo andare, anche quando torno a casa, sto andando verso di lei, gli alberi, i fiori, i suoni, le persone. Il cielo per quell’ora sarà azzurro come una mente pura e sconfinata. Ma ora in questo attimo eterno è tutto arancione. Dove finisce il giallo? Dove comincia il rosso?