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Mentre le mie catenelle trasformano in legami (apparentemente inutili) dei semplici fili di cotone colorato, penso. Nel corso della nostra
esistenza sono molteplici i rapporti che si creano. Nascono delle affinità che ci portano in direzioni differenti.
Cerco, spesso, poesie o semplicemente pensieri nascosti fra le pagine di un vecchio "amico" libro. È chiedere in prestito all'autore lo spunto per poter esprimere un'emozione e, poi, trasformarla in una dedica o in un augurio o semplicemente lasciarla lì su quella pagina. Giorni fa vi ho trascorso una intera serata (la TV in estate è noiosa). Ecco cos'era nascosto: - per esprimere emozioni occorre aiuto, cortesia, amore, protezione, una bella immagine, sorpresa, cuore, "amici". Ho bisogno di voi.
Ispirata da un libro sull'amicizia di Tahar Ben Jelloun, che mi ha colpito velocemente riordinando la libreria di mia figlia e che ho deciso di leggere, ho cominciato a cercare di ricordare. Ahimè, da un pò, la memoria non sempre mi aiuta quindi questo, forse, è un buon esercizio. Allora: innanzitutto i volti, di conseguenza gli occhi e gli sguardi incrociati; le mani che si sono cercate e poi tenute strette strette; i corpi che si sono sfiorati per finire in abbracci; le bocche che hanno sorriso e che poi abbiamo baciato; le voci silenziose o chiassose; i suoni di giradischi o vecchi mangiacassette; i profumi ed i colori della natura nelle varie stagioni; i sapori e gli odori di pietanze consumate durante interminabili pranzi e cene; scenari naturali o artistici che lasciano a bocca aperta; le esperienze vissute, colme di emozioni di ogni genere.
E il filo (ecco che ritorna.. .il filo) che lega tutto ciò è sempre qualcuno o qualcuna che passando attraverso l'esistenza vi resta. Non importa come e per quanto. Importa quale tipo di segno sia rimasto. Possono essere piccoli oppure grandi, sono tutti pezzettini di vita, ed ognuno di essi è associato ad un nome.
Mi è bastato trascorrere qualche minuto con un pastore tedesco per cercare nei suoi occhi gli occhi neri neri della mia Matilde, pastore maremmano, fedele "amico" per quasi 15 anni. In realtà era l'ombra del suo amato padrone, perché solo lui riusciva a portarla a spasso; la scena del padrone che viene tirato dal cane e che striscia sull'asfalto io l'ho vissuta in prima persona. Eppure, io, e solo io l'ho accompagnata, zampa nella mano e occhi negli occhi, fin lassù su quel ponte.
Guardo spesso e con piacere programmi che descrivono paesaggi e località: oggi la Grecia. Ed è subito Fanò. Era l'estate del '95, un quartetto di "amici" sfigati, con figli abbastanza piccoli al seguito, decide di affrontare il mare aperto, per la prima volta, con una sort' di imbarcazione, per approdare in Grecia. La decisione, frutto di vari tipi di disperazione, fu presa unanimemente ed immediatamente.
Due donne entrambe appena cassa integrate; due uomini di cui uno lavoratore occasionale e l'altro appena uscito di galera (poi, ovviamente, assolto per tutto); due bambini impazziti dalla felicità. Ecco, la memoria non sta facendo cilecca. Risento "destinazione paradiso" di Grignani che, da perfetti cozzali baresi, sparavamo a tutto volume mentre facevamo i servizi (le barche vanno tenute quotidianamente e rigorosamente in ordine) in quel meraviglioso porticciolo. Rivivo l'ansia del primo (in assoluto) tuffo, ovviamente non programmato, di Riccardo, all'epoca circa 4 anni, in quel mare limpido dai colori indimenticabili. E la complicità e l'entusiasmo, in realtà tipici dei ragazzini, quando a insaputa degli altri ci appropriammo del tender e raggiungemmo un angolo incontaminato per la voglia irrefrenabile di restare soli, in intimità. E non finisce qui, perché i baresi se non trasformano una serata in panzerottata non si sentono soddisfatti; inutile descrivere le difficoltà tipiche della cucina di una barca per raggiungere, infine, egregiamente questo obiettivo e condividere quella libidinosa mezzaluna fritta con i vicini di casa, ops di barca. Dei 4 amici sfigati gli uomini hanno raggiunto la destinazione cantata da Grignani e le donne, pur volendosi, tuttora, un gran bene, hanno preso strade diverse. I racconti dei nostri pezzetti di vita riempirebbero le pagine di una enorme enciclopedia e pur essendo piacevoli, per chi li rivive raccontandoli, potrebbero tuttavia annoiare. Meglio stopparsi allora.
È, comunque, importante sottolineare e ribadire che ogni età, ogni circostanza, ogni esperienza ci lega a persone, luoghi, animali, che per noi, in quel momento (di durata variabile) sono stati la conseguenza del sentimento indispensabile, direi vitale, che è l'amicizia. Amo davvero tanto parlarne. Perché ci credo veramente. E se, per motivi vari, un'amicizia-legame purtroppo finisce resta sempre e per sempre un meraviglioso pezzettino della mia vita.
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