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Attenzione, può creare dipendenza

Attenzione, può creare dipendenza

Da bambina, durante le vacanze estive, trascorrevo interi pomeriggi con la mia nonna materna.

Sono sempre stata molto curiosa e attenta a quello che si faceva e si diceva, perché volevo conoscere e imparare.

Nonna Francesca e sua cognata chiacchieravano tanto ed era bello sentirle raccontare le storie della nostra numerosa famiglia.

Ma non erano tanto i racconti ad affascinarmi quanto il movimento delle loro mani. Parlavano e allo stesso tempo lavoravano a maglia, mia nonna con i ferri e la zia di mia madre con l'uncinetto. 

I ferri che intrecciavano maglie mi piacevano meno, forse perché i gesti li avvertivo meno morbidi, mi sembravano spigolosi e frettolosi. L'uncinetto, invece, mi rapiva, mi ipnotizzava.

Le mani di zia Giovanna si muovevano piano, guidavano questo bastoncino sottile e uncinato nelle maglie piccolissime per realizzare merletti leggerissimi e raffinati che conservava e poi regalava per la rifinitura della biancheria da corredo, come si usava un tempo.

Guardavo i piccoli tesori prendere forma lentamente e con passione.

Ero molto piccola allora, ma avevo già deciso che dovevo imparare a usare l'uncinetto a ogni costo.

Il grande giorno finalmente arrivò, a insegnarmi fu una vicina di casa, la signora Palmina, un'altra nonna per me e le mie sorelle, bella e dolce, con i capelli candidi, gli occhi buoni e tanta, tanta pazienza.

Mi ha guidata con cura e attenzione e mi ha avviata all'arte dell'uncinetto, che, attenzione, può creare dipendenza.

Punto dopo punto, con calma, le mie piccole mani hanno cominciato a lavorare col bastoncino di ferro e col filo, con un ritmo morbido, costante e rilassante, dando vita alle mie prime creazioni. 

All'avvio di un progetto sorgono dubbi, perché si può solo immaginare quello che sarà. In questi momenti ho imparato e reimparo ogni volta ad avere pazienza e perseveranza, ad aspettare un punto dopo l'altro che l'opera si compia e che ti regali grandi soddisfazioni.

Il lavoro all'uncinetto mi ha insegnato pure che nulla è perduto, che si può rimediare agli errori.

Hai sbagliato? Sfili e ricrei, anche più volte, fino a quando il lavoro, ai tuoi occhi, sarà perfetto e non importa come appare agli altri, è comunque il tuo capolavoro.

Nel corso degli anni quella che veniva considerata un'attività per vecchiette si è liberata di questa etichetta. Ora anche giovani e giovanissimi cominciano ad apprezzare quest'arte meravigliosa e vi si cimentano scoprendo ed apprezzando un mondo tutto nuovo e speciale.

Quando lavoro con l'uncinetto mi rilasso, ritrovo me stessa, provo una sensazione di benessere, mi ubriaco di serotonina e mi sento capace di fare, la concentrazione è massima e penso positivo. 

Negli ultimi tempi ho ricevuto alcuni inviti per lavorare in gruppi diversi e le esperienze sono state bellissime.

Questi appuntamenti sono occasioni per fare nuove amicizie, sono momenti di aggregazione con chiacchiere leggere e sane risate.

È piacevole confrontarsi e condividere conoscenze e trucchetti per "uncinettare" al meglio e ti riempie di gioia vedere lo stupore, la meraviglia di chi ha appena cominciato, nel momento in cui riesce a realizzare il suo primo lavoretto.

Persone, fili di lana o di cotone, uncinetti, passione e voglia di fare si incontrano per viaggiare, in gruppo o in sana solitudine, verso creazioni nuove, uniche, straordinarie e appaganti.

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