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Incontri e quello che non ti aspetti

Incontri e quello che non ti aspetti

La vita ci riserva tanti modi per conoscere nuovi luoghi, ma soprattutto persone

 quelle che passano senza lasciare alcuna scia e quelle che ti segnano dentro.

In questo momento penso e voglio pensare a chi ha lasciato dietro di sé il ricordo di momenti piacevoli e amorevoli, a chi mi ha fatto sentire bene e abbracciata nella condivisione di situazioni felici e/o non piacevoli.

Qualche giorno fa, in occasione di un anniversario, ho rivisto due sorelle che hanno vissuto come me e le mie due sorelle, l'affido della propria mamma a persone che hanno dovuto occuparsene, in una casa grande e accogliente, con un giardino che ha visto tutto di noi, gioie e dolori. Il grande giardino curato, molto curato, che faceva da cornice ai nostri momenti di intimità, di cura e di amore.

Per una ragione che ignoro, ma alla quale sono grata, in questo momento ricordo soprattutto le cose belle.

Camminando per i vialetti di questa oasi avvenivano incontri e incroci continui, avvicinamenti con scambi di sorrisi, saluti con la mano o semplicemente con un cenno della testa.

Parlavamo e ci confrontavamo, ci scambiavamo notizie e opinioni su come andavano le cose. C'era chi era contento, chi no, chi un po' sì è un po' no, parlavamo, anche per sentirci meno sole/i.

Noi tre, ogni giorno, eravamo lì per stare con nostra madre, sempre sorridente e contenta di vederci, pur non sapendo più chi fossimo. Ci cantava e dedicava le canzoni che ricordava coinvolgendo pure le persone che ci stavano accanto.

Col suo modo di essere si è fatta benvolere e ha avvicinato a noi chiunque si occupasse di lei. Hanno voluto bene anche a noi non abbandonandoci mai, fino alla fine.

Lì in quel giardino abbiamo stretto amicizie e con alcune siamo ancora in contatto, ci vediamo, ci abbracciamo e condividiamo momenti di affetto, ricordi e confidenze.

Darò a tutti e tutte dei nomi di fantasia.

Penso a quando scarrozzavamo mamma sulla sua "nuova carrozzina blu", con grandi ruote e freni che era difficile gestire, e facevamo su e giù lungo i viali di quello che è diventato per qualche tempo il nostro rifugio, il nostro ritrovo.

Ricordo il signor Giuseppe, appassionato di musica, che voleva sentire a turno le nostre mani nelle sue, una, due e tre. Non parlava e non vedeva più, ma riconosceva il tocco e la voce di ognuna di noi e se una delle tre tardava nel saluto aspettava con la sua mano tesa che il rito si completasse. 

Ricordo Titti, la moglie di questo signore distinto, accanto a lui con amore. 

La sentiamo e vediamo ancora davanti a un caffè e un croissant (pronuncia francese perfetta, non dice mai cornetto). Si sente un po' la nostra madre adottiva e così si definisce quando parla di noi ai suoi due figli.

Penso alla signora Tania, sempre silenziosa, ma consapevole, accompagnata e coccolata dalle figlie Lucia e Pina, amorevoli e presenti.

Le due sorelle che ogni volta che incontriamo è come se non ci fossimo mai lasciate.

Ricordo altre belle signore e tanti signori gentili, ospiti anche loro della grande casa. I loro volti li vedo davanti ai miei occhi, ancora oggi, come se guardassi una ad una le loro fotografie.

Pur vivendo e condividendo momenti difficili, siamo riuscite a trarre il meglio da questa parte del nostro vissuto e a creare legami che rimarranno sempre nel nostro cuore arricchendolo, anche di gioia.

Dopo il triste momento, quello più brutto per ogni figlia/o, non avevo la forza di tornare alla grande casa col bel giardino, ma in occasione dell'ultimo saluto al signor Giuseppe e poi alla signora Tania sono riuscita a raccogliere le forze e a tornarci.

Ancora una volta delle occasioni mi hanno colta di sorpresa. 

Ho camminato con le mie sorelle lungo i viali del parchetto, ripetendo quelli che erano i nostri percorsi quotidiani. Tra un ricordo e l'altro, soprattutto quello della felicità di nostra madre, recuperata nell'oasi e nella sua quiete, finalmente sono riuscita a ritrovare la serenità che avevo perso e a fare pace con me stessa e con gli eventi e a dare un senso a tutto quello che per me non l'aveva più.

Quello che non ti aspetti.

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