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Piove sulla città

Piove sulla città

Piove sulla città, piove da un cielo grigio e basso che pare quasi cadere per poggiarsi sugli edifici, sulle strade, sugli individui.

Piove, acquerugiola e “ascoltavo la pioggia/ domandare al silenzio/ quale fragile ardore/sillabava e moriva./ L’infinito tendeva/ ori e stralci di rosso/ profumando le pietre/ di strade lontane./ Mi abitavano i sogni/ odorosi di muschio/ quando il fiume impetuoso/ scompigliava l’oceano./ Ascoltavo la pioggia/ domandare al silenzio/ quanti nastri di strade/ annodavano il cuore./ E la pioggia piangeva/ asciugandosi al vento/ sopra tetti spioventi/ di desolati paesi”, come Alda Merini.

Leggera, insistente, lenta, penetra fin sulla pelle, non concede tregua, come se quel cielo non potesse più reggerne il peso. Acquerugiola cade sulle guglie e la madonnina, sui tetti, sui vetri delle finestre, sugli alberi e nei parchi, sui taxi e sulle automobili, sui fili dei tram, sui lampioni e le insegne, sui marciapiedi e sulle strade. Piove, grigio su grigio, goccia dopo goccia. “Tu pioggia amica leggera tu cammini dolente tu cammini/ dolente e lenta e scendi i tetti per soccorrere./ Le acque scorrono con appena un suono”, ricordo ancora i versi di Amelia Rosselli.

Piove, piove. “La pioggia è caduta tutto il giorno. / Oh, vieni tra gli alberi madidi. / Le foglie giacciono fitte sul viale / dei ricordi. / Nel viale dei ricordi sosteremo / un poco e poi ci lasceremo. / Vieni, amore, dove io possa parlarti / intimamente”, e manca il sono di Leopold Bloom e di James Joyce.

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