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Nel giardino di Irene Penazzi

Nel giardino di Irene Penazzi

Nel suo giardino c’è un mondo intero di alberi, piante, fiori e animali. 

Un mondo popolato da magiche creature e da tre bambini che vivono l’avventura di fare di quello spazio verde un mondo incantato. Irene Penazzi è una di quei tre bambini, gli altri due sono suo fratello e sua sorella. Le storie magiche e irripetibili lei le disegna sui suoi albi, alcuni silenziosi, altri corredati da parole che dona al mondo come mappe di un tesoro nascosto. Abbiamo parlato con lei in un luogo di incontro e confronto l’Officina degli Esordi di Bari, portata dai librai di Spine Bookstore.

Come si vive nelle immagini?

Si vive bene. Entrandoci piano piano, raccogliendo le idee che per me sono fatte di disegni e in quel momento darsi anche il tempo sia di ricercare che di produrre. C’è un momento di osservazione e uno di corsa in cui si rincorrono le immagini e si cerca di stare nelle scadenze e nei tempi che ci sono e sono imposte dal mercato editoriale. Però nel momento esatto in cui all’inizio puoi sederti, osservare, avere il tempo di ricercare allora lì arriva la calma, l’ascolto e l’attesa.

Quanto è importante la natura nei tuoi lavoro?

È molto molto importante perché è la base di ispirazione e di ricerca, quando ho bisogno di cercare una idea osservo gli alberi e quello che vedo fuori dalla finestra che fortunatamente è verde.

Un colore e una parola di cui non potresti fare a meno?

Il colore è il verde con le sue sfumature tendenti al blu e la parola potrebbe essere curiosità.

C’è un gusto o una sensibilità diversa in Italia e all’Estero o le immagini sono universali?

Penso che sia universale. Forse a volte manca quello scatto di fiducia in Italia. Il mio primo albo è uscito prima in Francia, In Italia hanno compreso il potenziale che aveva solo dopo che era stato pubblicato, anche se l’avevano già visto tutti. Forse in Italia manca un po’ il coraggio, ci sono autori, penso a Roberto Innocenti che lavorano soprattutto in America e in Italia sono un po’ messi ai margini.

Chi ti ispira?

Mi ha ispirato moltissimo l’illustratore inglese Quentin Blake, che ha illustrato i libri di Roald Dahl e Bianca Pitzorno, oltre a suoi libri ed albi. È è stata una delle prime figure che ho apprezzato tanto da iniziare a copiarlo e a basare su di lui il mio percorso e la mia strada. 

 

Irene sprofonda nel grande divano di pelle e circondata da piante rampicanti inizia a raccontare il suo mondo di colori e disegni, di quando da bambina scriveva i suoi primi fumetti con suo padre e dei super poteri che donava ai suoi personaggi che con le capriole sconfiggevano i cattivi, di quando la mamma inviava ai tre figli borsoni pieni di libri, dei libriccini minuscoli su cui prende appunti con una matita verde…

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