Cultur&motive

Amelia & the Animals al PhEST

Amelia & the Animals al PhEST

L’erba cresce libera e incontrollata, il bosco vive le stagioni, senza fretta, tutto si muove in una perfetta armonia invisibile agli occhi.

Respira. Senti. Sii parte dell’insieme. Amelia è grande, i lunghi capelli sciolti, le braccia aperte nutrono due cerbiatti. Intorno una famiglia, la sua. Tutt’uno con loro, si muove, nella natura senza confini. 

“Gli animali sono il mio contatto con la spiritualità, la mia religione, il mio vizio, la mia dipendenza. Gli animali mi calmano, mi confortano, mi salvano” scrive la fotografa americana Robin Schwartz, che ha immortalato per vent’anni sua figlia Amelia con gli animali. Nessuna differenza, un unico mondo dove coesistono e si nutrono a vicenda. Amelia ha tre anni quando abbracciata ad una scimmia guarda l’obiettivo con due grandi occhi celesti come la sua camicia. Un abbraccio caldo in cui perdersi e trovarsi. “Quello che io e mia figlia abbiamo esplorato è un mondo in cui il confine tra uomo e animale si annulla, sfuma, un mondo in cui esseri umani e animali convivono” spiega Schwartz che nella cattura di quegli attimi realizza la monumentale opera Amelia & the Animals, in mostra al PhEST di Monopoli sino al 1 novembre. “Fotografare gli animali e le persone che se ne prendono cura è da sempre il centro e la forza trainante di tutto il mio lavoro. La fotografia è per me una sorta di passaporto per entrare in connessione con gli animali”.

Amelia cerca il varco per comprendersi, si siede sulla sabbia bianca di una spiaggia, incrocia le gambe e aspetta il momento in cui il maiale davanti a lei la percepisca come affine, un’amica di cui non temere. Lei traccia forme con le mani, lui adagia il muso sulla sabbia, tranquillo, al sicuro.

Amelia non si ferma, cerca il modo di essere insieme. Senza invadere spazi, senza minacce e l’unica via è essere parte di quel mondo che cerca solo armonia. Piccola, così piccola da arrivare appena al collo dei cerbiatti, alza le mani, gioca con loro, si fa annusare. Gli odori parlano, raccontano chi siamo, cosa sentiamo, dove andiamo, come viviamo.

Amelia accarezza un emù, gli posa la piccola mano sulla testa, il calore si confonde. Reciprocamente si danno amore e tenerezza.

Gli animali mi calmano, mi confortano, mi salvano.

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