Visioni d'insieme

Il mondo visto da Falcinelli

Il mondo visto da Falcinelli

Se un bambino nasce in una famiglia in cui tutti, da generazioni, disegnano è facile immaginare che quello sia il suo futuro.

Capita poi che si laurei in letteratura italiana con una tesi sul romanzo visivo, perché in fin dei conti, “vede” tutto, anche le parole ai suoi occhi si trasformano in immagini. Da piccolo voleva essere un disegnatore di cartoni animati, da grande è diventato uno tra i più affermati graphic designer italiani. Riccardo Falcinelli non fa che “parlare del mondo attraverso valutazioni visive, che è un modo di metterlo in scena”

Tutto è immagine, anche la pagina di un libro ha una sua impronta visiva. Carattere, grandezza, margini sono alla fine una serie di grafismi.

Non si sofferma sull’effetto emotivo che scaturisce guardando una  figura, ma va oltre raccontando come e perché è esattamente così. La grandezza, la scelta degli elementi, le forme, la luce, l’utilizzo del repoussoir, dal quale, scoperto quando era ancora un bambino ne fu incantato al punto da disegnare un albero in primo piano in ogni suo elaborato. 

Falcinelli vuole svelarci un segreto, come si costruisce una immagine. Che non nasce semplicemente dall’ispirazione del momento. Anche l’arte ha i suoi canoni, che sia cinema, pittura, disegno, fumetto. 

E se quasi tutto in fin dei conti è una figura nel mondo che ci circonda, oggi rischiamo di diventarne bulimici. Non abbiamo il tempo di soffermarci su ognuna di loro quel tanto che ci permetterebbe di coglierne il messaggio, il senso, la chiave di volta della sua lettura. Ne siamo inondati e ognuna è solo una goccia di quella infinita marea.

Uno studio condotto dal Metropolitan Museum di New York ha svelato come mediamente ogni visitatore si sofferma su ogni singola opera venti secondi. Una inezia. Come farsi bastare il tempo senza lasciarsi sfuggire quella chiave? “Bisogna avere un progetto. Quando andiamo ad un museo soffermiamoci su un particolare, decidiamo ad esempio di osservare solo le unghie nei dipinti e scopriremo che in ogni secolo erano dipinte con una forma differente sino ad arrivare all’Ottocento quando letteralmente sono scomparse dalle raffigurazioni delle mani”.

Un progetto che ci aiuti a comprendere, ma che dia un senso anche a questa inondazioni visiva che si abbatte quotidianamente su di noi.

Le immagini ogni sono ovunque, chiunque con un telefonino in mano diventa creatore e fruitore di una massa indistinta di fotografie, che stanno però perdendo il loro significato.

“Prima c’era un progetto dietro la creazione di ogni museo - racconta Falcinelli, ospite del festival Conversazioni sul Futuro - come per la National Gallery di Londra nata con lo scopo di educare al gusto i britannici, quasi come fosse una scuola permanente”. Volutamente gratuita per consentire a tutti di prendersi il tempo per cercare e trovare quella chiave di volta. Per respirare l’arte e assimilarla come per osmosi.

Così come ha fatto lui tanti anni fa, quando in un pomeriggio piovoso fu portato controvoglia dalla madre ad assistere alla proiezione di Piccole Donne di Mervyn LeRoy, la scoperta di tutti quegli alberi, della neve, delle staccionate dipinte lo illuminò, innescando in lui l’irrefrenabile istinto di scoprire il perché di ogni cosa. 

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