I dodici ritornelli, dodici elementi che si ripetono come un mantra, come i grani di un rosario. Una parete, la sovrapposizione di infiniti disegni che si evolvono.
Dalle mani dell’artista Crissi Campanale i dodici ritornelli nascono “da un processo precedente e parallelo, la pratica del disegno che ho sempre portato avanti da quando ero bambina - quando mi sedevo a terra con un grande rotolo di carta - e la ripetizione, quella a cui io tengo di più, perché la sento più mia. Una pratica non costruita, pensata in maniera naturale e spontanea” spiega l’artista.
Una esposizione nata dall’incontro di Campanale con Esposizione Sud Est.
“Abbiamo notato delle affinità tra le due cose, per questo, in questa mostra le abbiamo voluto accostare. Io da sempre lavoro con la ripetizione, mi fisso con dei soggetti che replico, che riproduco in loop, come un mantra, arrivano dei soggetti e inizio a disegnarli riempio gli album solo con quelli, cosa che vivevo come un limite all’inizio, perché rimanevo chiusa in questa immagine, poi grazie al confronto con Esposizione Sud Est, accostando i due lavori, ci siamo accorti che in realtà è una pratica, non un limite quindi, ma una risorsa. Capito ciò abbiamo lasciato che il processo facesse il resto” continua Campanale.
Dodici ritornelli è in mostra nello spazio di Esposizione Sud Est, luogo di ricerca dedicato alle pratiche artistiche contemporanee nato nel 2023 circa, “ci occupiamo di arte contemporanea intrecciata ad altre discipline. Veniamo dal mondo della grafica dell'illustrazione alla quale intrecciamo la performance e il suono. L’opera di Crissi nasce da un suo esperimento che ha fatto a Paratissima nel 2023, dove ha vinto il premio Talent con una performance di tre ore dove segnava secondo per secondo il tempo che passava, numerando il tempo che scorreva, ovviamente in questa pratica il tempo si perde nello scorrere lineare, diventando un tempo circolare. Da qui è nato questo lavoro dove Crissi ha elaborato 12 soggetti che ha ripetuto N volte, in questa ripetizione che è come un rosario: pausa azione pausa azione pausa azione. I disegni hanno subito una elaborazione che è stata fatta con grafite, china e acquerello. Hanno subito un battesimo, sono stati lavati e asciugati proprio come in un rituale. La linea si è spappolata completamente, la cosa interessante di questo processo è che il disegno non è più disegno, l’opera diventa il foglio stesso, perché l’inchiostro entra nella fibra della carta e quindi diventa quasi scultura. Abbiamo ragionato su questa soprabbondanza, su questa ripetizione, sovrapponendo i disegni l’uno sull’altro” spiega Donato Loforese di Esposizione Sud Est.
Dodici soggetti: il battesimo, l’albero, la parola, il dono, la visione, l’orante (verticale), l’orante (orizzontale), il sole, la luna, le due teste, i doppi, i cicli.
“Sulla scelta dei soggetti non c’è un ragionamento, sono immagini che vengono da dentro, non c’è un perché. ‘Perché’ nell’arte è la domanda sbagliata. I riferimenti vanno a ricordi ancestrali che fanno parte di un immaginario che appartiene più o meno a tutti noi, c'è chi nelle mie opere ha visto l’eden, chi la sindone. Volutamente non abbiamo dato alcuna spiegazione. C’è però una evoluzione del soggetto, sono partita da angeli armati con spade, poi le figure hanno perso le ali e sono diventati uomini”. Processo perpetuo di evoluzione.