Augustin Hadelich entra in punta di piedi sul palco del teatro Petruzzelli, saluta il pubblico, un leggero inchino e inizia a suonare.
Il violino nelle sue mani è uno Stradivari del 1699, l’Haddock Stradivarius scelto da Hadelich per la sua bellezza tonale.
Una bellezza che risuona sulle note di Johann Sebastian Bach, sui virtuosismi di Coleridge-Taylor Perkinson e di Eugène Ysaÿe. I compositori scelti per la sua esibizione barese sono un viaggio che permette allo spettatore di essere testimone della sua tecnica fenomenale, la profondità delle sue interpretazioni, il timbro incantevole.
Capace di passare da un pianissimo delicato a fortissimi potenti con naturalezza e con un suono puro e impeccabile, Hadelin incanta il pubblico di un teatro che ha accolto prima di lui Maria Callas, Enrico Caruso, il balletto di San Pietroburgo, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov.
È perso in un mondo che appartiene solo a lui, la musica in lui è fisica, le variazioni lo spossano, riempono e poi svuotano.
Passati i tempi in cui bambino viveva nella fattoria dei genitori a Riparbella, bambino prodigio che prendeva lezioni da Uto Ughi. Oggi vola sulle corde del suo violino in ogni angolo del mondo.
Ha suonato con la Filarmonica di Berlino, la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, la Filarmonica di Vienna, la Gewandhausorchester di Lipsia, la Los Angeles Philharmonic, la London Philharmonic, la Sydney Symphony, la New Zealand Symphony, l'Orquesta Nacional de España, alla Filarmonica di Seoul, la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra, la Filarmonica di Hong Kong, la Shanghai Symphony Orchestra, la Guangzhou Symphony Orchestra, solo per citarne alcuni.
La sua musica porta in sé due anime, quella tedesca, dono di nascita, fatta di rigore e tecnica e quella italiana, ricordo di infanzia, miscellanea di sentimento e passionalità.
Suona per sé, per la musica e per il mondo che gira intorno. Finisce tutto, inchino, il pubblico non riesce a contenersi e per una volta il Petruzzelli diventa uno stadio, con cori che abbracciano Hadelich e il suo incantevole violino.