Dice che era un bell’uomo e veniva, veniva dal mare, parlava un’altra lingua, però sapeva amare.
La voce di Lucio Dalla danza sulle parole di Paola Pallottino. Quel bambino che si chiamava Gesù e aveva una mamma troppo giovane che “restò sola nella stanza, la stanza sul porto con l’unico vestito ogni giorno più corto” è memoria comune.
Paola amica di Lucio, quando scrive 4 marzo 1943 pensa all’infanzia dell’amico e la trasforma in poesia, lui la canta come sa fare, come quando mette un giro di violino sulla sua casa in piazza Grande.
Dalla, orfano di padre dall’età di 7 anni la cantò per la prima volta alla manifestazione Ferragosto del Tirreno a Paola in provincia di Cosenza, dove la madre lavorò nel dopoguerra.
Paola Pallottino, scrittrice e poeta cresciuta con l’incoraggiamento di Aldo Palazzeschi, vicino di casa spicca il volo quando nel 1971 si trasferisce a Bologna dove inizia il sodalizio artistico con Lucio Dalla. Nascono 4 marzo 1943, Il gigante e la bambina, Un uomo come me, Anna Bellanna.
La poesia, l’eleganza, la malinconia, la speranza, la delicatezza, appartengono ad entrambi.
“Anna Bellanna il cuore che batte/lo butta in mare a fare corallo/corallo rosso come la fiamma/perché nessuno possa rubarlo/Anna Bellanna si annoda i capelli/si lava il viso e le mani nell'onde/poi sulla riva si china a cercare/sassi dorati e conchiglie rotonde”.
Sentono nello stesso modo, connessi da una rete di radici invisibili, lui canta, viaggia, vive, lei scrive, scrive sempre. Scrive La ragazza e l’eremita, la cantano Dalla e anni dopo anche Branduardi “La ragazza è sulla riva/e si pettina i capelli,/l’eremita beve l’acqua/dei dolore nei ruscelli”.
Piccole perle nascoste in fondo al mare.
Appassionata d’arte, il padre Massimo Pallottino era direttore dell’Enciclopedia Universale dell’Arte, il marito, l’architetto Stefano Pompei era figlio dell’illustratore Mario Pompei), scrive la Storia dell’illustrazione italiana definita da Ernst Gombrich “estremamente istruttiva”.
Gli alberi si sa, sono sempre connessi tra loro, i tronchi, i rami, le foglie possono essere distanti, ma nel terreno, sono uniti, trasmettendosi vita a vicenda. Così Lucio e Paola. Si allontanano, prendono altri sentieri, restano uniti dalle parole di lei cantate da lui “Un uomo come me/aspetta il tuo ritorno/liberando nel vento una rondine al giorno”.