Visioni d'insieme

Aspettando il tramonto, aspettando l’inverno

Aspettando il tramonto, aspettando l’inverno

Potresti aspettare un tramonto serenamente vestita di tutto punto in un caldo giorno di settembre, il primo di trenta e sperare nel mare.

No, non nel male che già domina l’universo con le sue corsie preferenziali, gli accordi sottobanco, le vendette orchestrate, no non il male, ma il mare. Distesa d’acqua fin dove arriva lo sguardo azzurra e poi arancio nell’ora in cui cala la sera e il sole è una palla rosso fuoco, come il calore del tuo corpo accanto al mio. Sulla sabbia alcune coppie restano a contemplare sipari.

Se le tenebre scenderanno, aspetteremo insieme spazi neri da colorare sottraendo strati  di inchiostro per ritrovarci vivi nei bagliori della luce, nuova, come aurora di una giornata ancora da vivere. Su questa sabbia, la città sullo sfondo, le orme si perdono come conchiglie trascinate sulla riva. Orme che si intrecciano, tra dune e bagnasciuga, tra strada e infinito, come percorsi paralleli o in direzioni ostinate e contrarie.

Sperare nel mare, che rilassi, che consoli, che conforti, che dia certezza, che culli, che aiuti a scegliere la rotta, l’approdo, il faro, la meta, il porto, la sponda, un’altra riva la stessa acqua. Sperare di ritrovarsi fra le onde, negli abissi, e nuotare in superficie, lasciando fuori il pensiero della notte che segue a questo tramonto che aspettiamo qui su una spiaggia semideserta. Una barca scivola via verso nuovi orizzonti, un pescatore sullo scoglio attende un pesce all’amo, che non abboccherà.

Sperare nel mare, il tramonto è una promessa, le tenebre lontane come l’inverno che attendo arrivare.

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