Tutto è musica, un rumore, un’immagine, un colore, una vibrazione, una parola.
Tutto viene armonizzato, il mondo è un’orchestra e ciò che lo muove diventano note sul pentagramma di Chassol, artista francese, pianista, compositore, entrato in conservatorio a Parigi a 4 anni, dove studia sino ai 20 anni, vince una borsa di studio al Berklee College of Music di Boston e dopo la laurea a 22 anni inizia la sua ricerca dei suoni e nasce così l’ultrascore, l’armonizzazione di rumori e suoni di strada accompagnati dalle immagini, tagliate, ripetute in loop e montate a ritmo di musica, spesso jazz a volte pop, funk, chill wave, anche folk.
In una sera d’estate Chassol ipnotizza il pubblico del Noci Film Festival giunto a Villa Lenti per tuffarsi nel mondo acqueo del musicista di origini martinicane. Di fronte a lui il batterista Mathieu Edward che batte il ritmo di ogni immagine, parola, rumore.
Basta una sfumatura, un frammento di una intervista, tutto è musica nelle sue mani. Tutto può essere suonato. E se può essere suonato può essere ballato e se può essere ballato, ha vita. Il movimento che viene prima della parola e che si anima su di essa. C’è un sapore ancestrale nella ricerca di Chassol, la sua musica accompagna il ritmo della vita, non si oppone ad esso, né contrappone, lo suona.
Per dare musica alla vita Chassol viaggia per il mondo, osserva scorci di vita, abitudini, usanze, tradizioni, giochi, rompe li schemi e li riassembla. Lo sguardo è ampio, il respiro è fresco, la mente curiosa. Così con apparente naturalezza dona armonia al mondo con la sua musica.