Il park&ride di largo Due giugno a Bari preso d’assalto da pacifiche famiglie, maglia rosa per qualcuna e mariti, amiche, amici in maglia
bianca, con i palloncini disegnati sul petto, sacca in spalla, poi l’autobus per raggiungere piazza Libertà. Si muovono in gruppi, si uniscono, si intersecano, animano il corso e ordinatamente aspettano schierati dietro l’arco fucsia che segna la partenza. Tre, due, uno, un colpo di pisola e via, inizia la corsa per chi vuole competere, la passeggiata per chi vuole esserci. Non basta un’ora per far transitare tutti sotto quell’arco. Gli iscritti alla Race for the Cure 2025 sono stati 25 mila, un lungo serpentone per le strade tra palazzi e mare, tra linee delineate e infinito in cui riversare sogni. Non è una gara, non è una corsa, è testimonianza, manifestazione di solidarietà. Si corre insieme, si crea gruppo, si partecipa per esprimere vicinanza, sostegno, non per vincere, la vittoria è un’altra, esserci.
Rosa e fucsia colorano gli spazi bianchi di incertezza, raccontano una storia di lotta e di speranza. Sotto il cielo azzurro la nuvola colorata porta un sorriso, regala emozioni, mentre un palloncino vola via l’abbraccio colorato è un piccolo gesto di malinconia. Un attimo e poi ancora festa, gioia, lacrime. Affetto, tanto. Musica, danze, canti, colori, emozioni, tutto è solo gioia, partecipazione, testimonianza.
Un anno e sarà ancora Race for the Cure, e correremo sotto il cielo limpido, sull’asfalto grigio che costeggia il mare, nuvola rosa e fucsia di buoni pensieri.