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L’Italia è un desiderio

L’Italia è un desiderio

Le parole del poeta Andrea Zanzotto sciolgono nodi e lisciano la superficie delle cose portando alla radice di ciò che è.

“Non c’è mai un paesaggio che non contenga in sé una quantità di altri paesaggi. L’insieme di ciò che noi abbiamo percepito come tale è soltanto un riflesso di qualcosa che è in noi. Siamo noi che creiamo il paesaggio”.

I luoghi e i paesaggi dell’Italia sono immortalati negli scatti dei grandi fotografi che raccontano la storia di un Paese. L’Italia è un desiderio Fotografie, paesaggi e visioni 1842-2022, alle Scuderie del Quirinale sino al 3 settembre, racconta una storia lunga più di cento anni, da metà Ottocento ad oggi, attraverso 600 immagini provenienti dagli archivi e dalle collezioni della fondazione Alinari per la Fotografia e del Mufoco - Museo di Fotografia Contemporanea.

Il percorso all’interno della mostra si trasforma così in un vero e proprio viaggio in Italia: dalle vedute fotografiche quasi pittoriche dei Fratelli Alinari alle “inquadrature naturali” dal nord al sud d’Italia di Luigi Ghirri, dai ritratti delle fabbriche milanesi di Gabriele Basilico ai primi negativi retroilluminati, fino alle ultime ricerche dove la fotografia si apre sempre più ad altri media. Alla fine della mostra rimane un’idea ampia di paesaggio, che introduce dimensioni immateriali e astratte - psicologiche, poetiche, politiche – che lasciano spazio all’interpretazione del pubblico. Il progetto non vuole ricostruire una storia della fotografia italiana bensì coinvolgere il visitatore – attraverso le immagini delle due collezioni - in un’esperienza di viaggio unica e preziosa.

Il racconto è lasciato agli scatti di un nutrito gruppo di fotografi che nei decenni hanno immortalato il desiderio che anima l’Italia, dalla voglia di ritornare a vivere dopo la guerra alla Sicilia oppressa dalla mafia che tutto tingeva di rosso. Frédéric Flachéron, scultore e fotografo francese nel 1849 fotografa i resti del Casino Savorelli dopo l’assedio di Roma durante il periodo della Repubblica Romana. La particolarità di queste immagini, in negativo e colorate a mano, sta proprio nell’intento del fotografo di voler documentare gli esiti di una guerra e i segni terribili del passaggio dell’uomo sul paesaggio, diventando quindi una delle prime fotografie di reportage della storia della fotografia italiana. Tra le sale si susseguono gli scatti di Gianni Berengo Gardin, Carla Cerati, Letizia Battaglia, Francesco Radino. Un percorso che racconta un Paese che nel bene e nel male resiste. Anche a se stesso.

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