Un grande prato verde, immenso, che si allunga nel tempo sottraendo spazio alla terra, cresce di giorno in giorno, lentamente, inesorabilmente.
Foglie d’erba è la raccolta delle poesie di una vita di Walt Whitman, il poeta statunitense che non ha mai smesso di aggiungere nuovi versi al suo libro che conta, mentre era in vita, nove edizioni, l’ultima delle quali approvata da Whitman sul letto di morte.
Credo in te anima mia, edizioni Via del Vento, a cura di Piera Mattei, è un piccolo libro da portare con sé in una tasca dello zaino, per attingere all’occasione uno dei versi di Walt Whitman.
“Sono il poeta del corpo e sono il poeta dell’anima, / vivono in me i piaceri del cielo e le pene dell’inferno,/ innesto e accresco i primi su me stesso, le seconde traduco in una lingua nuova…”. Sì, lui lo è il poeta, del corpo e dell’anima, è lui che sa tradurre in versi le voci interiori.
“Una visione di sfuggita, attraverso uno spiraglio,/ una notte d’inverno in un bar, intorno alla stufa, una folla di operai e cocchieri, io inosservato seduto in un angolo,/ un ragazzo che amo e che mi ama, silenzioso si avvicina e mi siede accanto, mi prende la mano,/ a lungo tra i rumori di chi va e viene, di chi beve, tra imprecazioni e battute salaci,/ noi due lì, contenti, felice di essere insieme, scambiandoci poche parole, forse nessuna”. È questo Walt Whitman, insuperabile scandaglio dell’umanità. Poeta senza tempo, amato e stimato quanto odiato e osteggiato. Le sue poesie come doni di incanto in cui l’Io non conosce mediazioni, è netto, presente, sottolineato.
“Credo in te, mia anima, e l’altro che io sono non deve umiliarsi a te,/ e tu non devi umiliarti all’altro”.