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La Focara, fuoco che arde di passione

La Focara, fuoco che arde di passione

Non c’era il freddo gelido di altre volte, né la pioggia battente. Una serata mite per essere il 16 gennaio.

In processione Sant’Antonio Abate ha visto nel pomeriggio la Focara a lui dedicata e pare aver apprezzato, nessun intoppo che questi a volte più che al santo si devono al ‘caso’. E così in questa sera di festa a Novoli lo spettacolo di musica e fuochi pirotecnici ha dato il via all’accensione del falò più alto del bacino del Mediterraneo. Telefoni in mano i fedeli e i curiosi hanno proposto i video in diretta sui social per chi non c’è e non può esserci in questa terra di vino. Di vite, e dai suoi tralci le fascine i contadini devoti, tradizione che si tramanda di padre in figlio, con pazienza da un mese accatastano sul piazzale, sistemano aggiustano. La scala da muratore di mano in mano tra gli uomini disposti in ordine, fino in cima. 

Rituale che si ripropone immutato negli anni, bello vederli impegnati a sudare nel freddo dell’inverno e tronchi di cono ad innalzare al cielo a Sant’Antonio Abate.

Trenta minuti di spettacolo a consumare mesi di fatica, ma questa è devozione, sacro e profano, fede e rito che si ripete. Nessun fronzolo artistico direbbe qualcuno a deturpare il fascino di una opera spettacolare nella sua essenzialità. Pensiero da contrapporre a chi vede e ha visto nella Focara occasione di apertura al mondo artistico. Ma le tradizioni si sa resistono al tempo e alle innovazioni. Occhi in su, cellulare in mano, io c’ero, io sono qui. Bene così. Il fuoco rapidamente consuma le fascine, si leva colonna di fumo buono tra le scintille ed è calore che brucia i tormenti e sì è passione amore per la terra, amore per la vita, amore per il santo. 

E non può mancare la musica sul palco di fronte la Focara l’orchestra popolare de La Notte della Taranta suonano Fuecu, brano composto per Sant’Antonio Abate e per la Focara da Daniele Durante, prima delle pizziche, da San Paolo a San Vito, prima di lasciare spazio a Clementino e le sue tarantelle. Sul piazzale a fine concerto arde ancora ciò che resta della Focara. Archiviata anche questa, 2020 senza venti né tempeste. Sono sola ora in questa piazza.

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