Anna Pepe, let’s go

Cambiare prospettiva ed abitudini, scegliere un’estate diversa, sulla perla dello Ionio, Gallipoli, per osservare nuove masse festanti.

È un lunedì, 11 agosto, le spiagge della città pullulano di persone, fra stabilimenti e dune sabbiose, le auto in coda sul lungomare cercano spazio dove sostare. Una lunga coda di ragazze accompagnate dai genitori attende di poter entrare al Parco Gondar per il concerto di Anna Pepe. Abbigliamento simile per tutte, la fascia di Anna in fronte, in mano il peluche di Hello Kitty. “Siamo partiti alle 16” dice un padre ad una madre che vorrebbe gettare la spugna, ma per la figlia in delirio val bene anche la coda sotto il sole. Lei Anna arriva in orario si scusa per la voce e Lets go, come un mantra, ad ogni canzone, mentre loro le baby baddie intonano ogni brano conoscendo ogni parola, cercano un contatto visivo, uno sguardo di lei tutto per ognuna di loro, gli smartphone per le dirette social, i genitori solerti a riprendere le figlie che riprendono Anna, documentazione particolareggiata. A fine serata tutti quei video e quelle foto saranno sottoposti al giudizio severo delle ragazzine.

Le baby baddie lanciano peluche sul palco dell’arena sperando che lei possa raccoglierli, restano un po' deluse quando Anna va via lasciando un tappeto di Hello Kitty e riservando pochi saluti ad alcune privilegiate nel back-stage, per le altre resta la gioia del concerto e per alcune le lacrime per non aver potuto avere un contatto non solo visivo.

Désolée, 30°C, Una tipa come me, BBE, I love It, Hello Kitty, TT le girlz, e si grida a squarciagola “tutte le girls, voglion stare con me, come se fossi un boy, però sono una bad”. Sipario su una performance coinvolgente per le fan in delirio per la cantante più ascoltata nel 2024. Rap, pop, raggaeton, let’s go.