Visioni d'insieme

Cinzia Cantacessi, da Acquaviva a Cambridge studiando i parassiti

Cinzia Cantacessi, da Acquaviva a Cambridge studiando i parassiti

Da Acquaviva delle Fonti a Londra passando per Melbourne, Cinzia Cantacessi, parassitologa, a soli 36 anni ha inanellato una lunga serie di successi e riconoscimenti internazionali.

L’ultimo in ordine di tempo, proprio in questi giorni, è diventata reader dell’Università di Cambridge, il nostro equivalente di professore associato, grazie alle sue scoperte nell’ambito delle interazioni tra parassiti di interesse medico e veterinario e della flora batterica intestinale. Cinzia dopo la laurea in Medicina veterinaria all’Università degli studi di Bari, ha conseguito il suo dottorato di ricerca in parassitologia molecolare a Melbourne dove, grazie alle sue ricerche sulla regolazione genica dei parassiti di interesse medico e veterinario, viene insignita della prestigiosa Frank Fenner Fellowship dal governo australiano, come migliore giovane ricercatore nel settore biomedico dell’anno 2012. Consegue poi la Peter Doherty Early Career Research Fellowship per continuare la sua ricerca, questa volta nell’area della Parassitologia umana. Nel 2014, Cinzia ha vinto una posizione come Senior Lecturer in Parassitologia allUniversity of Cambridge, iniziando la sua avventura accademica nel Regno Unito, dove ora è diventata appunto reader. Abbiamo chiesto a Cinzia com’è la sua vita da pugliese all’Estero.

Chi è Cinzia Cantacessi?

 Una ricercatrice, moglie e mamma e, a seconda delle situazioni, non necessariamente in quest’ordine! Diciamo che l’esperienza mi ha insegnato che le priorita’ possono cambiare, ed e’ giusto che cambino a seconda delle circostanze.

Come è nata la tua passione per la parassitologia?

Durante i miei studi di Medicina Veterinaria all’Università di Bari. A dire la verità, la passione per la Parassitologia mi è stata trasmessa – all’inizio ero incentrata sulla virologia, ma successivamente, al terzo anno di studi, ho partecipato alle lezioni di Parassitologia del professor Domenico Otranto, la persona che sarebbe diventata prima il mio relatore, e poi il mio mentore e amico di lunga data. La sua passione per la Parassitologia è così contagiosa che alla fine ha infettato pure me! Dopo aver iniziato a lavorare sull’argomento, ho scoperto che piaceva molto anche a me, quindi ho continuato sulla stessa strada.

Dopo l’Università sei stata prima in Australia e ora in Inghilterra. Com’è la vita di una pugliese dall’altra parte del mondo?

Non molto differente, a parte i soliti stereotipi sulla cucina estera. Ho moltissimi amici italiani, alcuni anche pugliesi, ma altrettanti amici stranieri. Raccontare a questi ultimi della mia terra e delle mie origini è però sempre un piacere per me. Il mio accento barese (acquavivese) è sempre distinguibile però – certe cose fanno sempre più effetto dette in pugliese…!

Hai studiato a Bari e poi per il dottorato di ricerca sei partita in Australia, come mai hai fatto questa scelta?

In realtà è stato un caso, e anche questa volta il professor Otranto è in parte responsabile. Alla fine del mio percorso di studi in Medicina Veterinaria, mi era chiaro che avrei voluto diventare una ricercatrice nel settore medico-veterinario. Il professor Otranto quindi mi consigliò un’esperienza all’estero, in modo tale che potessi imparare la lingua inglese e che potessi lavorare in un ambiente “diverso” da quello a cui ero abituata.. successivamente il professore contattò un suo amico e collaboratore a Melbourne per chiedergli se potesse e volesse accettarmi come “visitor” nel suo laboratorio di ricerca… il resto è storia!

 

Ti consideri un cervello in fuga?

No, perché I miei contatti con l’Italia sono sempre molto profondi. Credo fermamente nella ricerca italiana, e cerco di contribuire quando possibile. Lavoro ancora molto spesso con il professor Otranto e altri colleghi accademici italiani e sono un membro del comitato scientifico della Società Italiana di Parassitologia. Il mio percorso di vita mi ha portato all’estero, ma non sono mai “fuggita” dall’Italia… anzi.

Hai ancora un sogno da realizzare?

Certo, senza sogni da realizzare saremmo “finiti”. Ambisco a contribuire con i miei studi allo sforzo globale da parte della ricerca biomedica mondiale al miglioramento delle condizioni di vita di popolazioni che vivono in condizioni svantaggiate rispetto alle nostre, gente per la quale i parassiti non sono solo fotografie sui libri di medicina.

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