La finestra sul cortile quattro piante, foglie grandi e verdi che si immaginano, giungla, bosco, almeno un giardino.
Strette e lunghe come aculei che mi aiutano a respirare. Poetiche, viola con fiori in cima per completare la rima.
Irrompe la luce bianca luminosissima, e fuori, fuori il mondo con i suoi colori esuberanti che si accostano sfrontatamente senza curarsi di un gusto estetico altrui. Gli odori del prato appena tagliato, dei fiori nei vasi, degli alberi grandi e maestosi. Fuori c’è una gatta un po’ cane, un po’ figlia, molte volte mamma, per nulla servile, estremamente indipendente che a volte però non disdegna di sentirsi al sicuro. Il cielo azzurro, terso, infinito.
Non guardo la vita scorrere, non dirò “Se non mi tiri fuori da questa palude di noia, farò qualcosa di irreparabile: …finisce che mi sposo, così non andrò più da nessuna parte”. La finestra su questo cortile è un annuncio di gioia, tempo lento, di un sole caldo che ti abbraccia, di notti di stelle che illuminano i sogni, di camminate nei prati, del mare che sempre, sempre, sempre mi riappacifica con il mondo. La finestra su questo cortile è aperta, l’aria entra, danza e se ne va, girovagando per il mondo, senza alcuna meta. Si alternano le stagioni e lei resta sempre aperta, d’inverno uno spiraglio, nelle giornate in cui si sente più spavalda, spalancata, in primavera, autunno ed estate ignora la possibilità di essere chiusa. La notte entra il suono di qualche animale che non è andato a dormire.
L’usignolo canta anche di notte, il pettirosso a volte ha qualcosa da dire, i gufi sono i maestri, incutono rispetto, quando cantano loro, gli altri restano in silenzio.
La finestra sul cortile resta aperta sul mondo e lì fuori, finalmente, regna l’armonia.