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Le Paraolimpiadi, i nostri atleti d’oro

Le Paraolimpiadi, i nostri atleti d’oro

Centotredici atlete e atleti italiani parteciperanno alle Paraolimpiadi di Tokyo.

 La delegazione più numerosa di sempre, con il maggior numero di atlete di sempre (61) che è riuscita a qualificarsi in 16 delle 22 discipline previste. Un traguardo ancor prima di incominciare. L’obiettivo è superare il già sorprendente risultato delle Paraolimpiadi di Rio quando l’Italia fu nona nel medagliere con 39 medaglie: 10 d’oro, 14 di argento e 15 di bronzo.

A sventolare il tricolore nel cielo di Tokyo saranno in due, la schermitrice Bebe Vio oro alle Olimpiadi di Rio nell’individuale e bronzo a squadre, oro ai campionati del mondo 2015, 2017 e 2019 e oro agli Europei 2014, 2016 e 2018 e il nuotatore Federico Morlacchi, un oro, tre argenti e tre bronzi alle Paraolimpiadi, sei medaglie d’oro ai Mondiali di nuoto e 14 volte oro agli Europei.

Ognuno con la sua storia e la sua voglia di vincere. 

Ci sarà Martina Caironi, oro a Rio nei cento metri piani alla sua terza olimpiade e oro ai Mondiali del 2013 sia nei cento metri che nel salto il lungo. 

Monica Contraffatto, medaglia d’oro al valore dell’Esercito nel 2012. Dal letto di ospedale guardando le Paraolimpiadi di Londra decise che sarebbe diventata un’atleta. Le bastano quattro anni, a Rio gareggia e vince la sua prima medaglia, un bronzo.

Giovanni Achenza è un atleta di paratriathlon che dopo aver vinto ininterrottamente i campionati Italiani di handbike dal 2009 al 2015 decide di cambiare sport arrivando a vincere la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio.

E poi tutti gli altri. Li vedremo gareggiare nell’atletica leggera, badminton, canoa, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, tennistavolo, sollevamento pesi, taekwondo, tiro a segno, tiro con l’arco e triathlon dal 24 agosto al 5 settembre.

Li vedremo gareggiare, con spirito olimpico, loro che hanno già vinto. Li vedremo e tiferemo per l’oro, l’argento, il bronzo e tutto ciò che verrà. Sosterremo loro, sempre.

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