Visioni d'insieme

Prima di tutti c’era lei, Giuseppina Leone

Prima di tutti c’era lei, Giuseppina Leone

Correva più forte del vento e sul podio dei cento metri, nelle olimpiadi romane del ’60 lei ci salì.

Prima di chiunque altro in Italia, donna o uomo che fosse.

E’ stata lei, Giuseppina Leone, la prima atleta italiana in assoluto a vincere una medaglia nei 100 metri in una Olimpiade. Sessantuno anni prima di Marcell Jacobs, che ci ha regalato un indimenticabile oro, c’era lei. Un metro e 68 centimetri per 58 chili, capelli corti e castani, Giuseppina Leone correva più veloce di tutti. Tanto da essere oggi dimenticata. E’ passata via come un refolo.

Nasce a Torino il 21 dicembre del 1934. In quel giorno il vento soffia dietro le piccole spalle di quella bambina che lo sfiderà ogni giorno a soffiare più velocemente. Lei sognava la danza classica, i suoi genitori volevano diventasse nuotatrice. Ma il vento continuava a soffiare e lei  non poteva ignorarlo. A 18 anni corre in 12 secondi i 100 metri e in 24’’9 i 200 metri, doppio record italiano.

Lei era il suo unico avversario, non aveva spalle da guardare. Solo il vento sul viso e quel gioco continuo tra lui e lei. 

Per nove volte consecutive dal 1952 al 1960 è stata campionessa italiana nei 100 e nei 200 metri. Imbattibile eppure oggi sconosciuta ai più. Dimenticata, offuscata.

La sfida di ogni giorno è superare se stessa. Nel 1953 scende a 11’’9, due anni dopo corre gli 11’’8, non basta. A vent’anni partecipa ai suoi primi campionati Europei, arriva quarta nei 100 metri e vince il bronzo nella staffetta 4x100. L’anno dopo erode altri 4 centesimi, 11’’4. E’ primatista europea con 11’’4. Un record che rimane imbattuto per 16 anni.

Ma la storia è di chi la racconta.

Arriva a Roma nell’Olimpiade di Livio Berruti che vince i 200 metri eguagliando il record del mondo di 20’’5, di un 19enne Cassius Clay che vinse il suo primo oro nei medio-massimi e di Wilma Hyman la “gazzella nera”. L’unica a correre più veloce di lei. Ventesima di ventidue figli, nata povera e nera nel Tennessee, si ammala di poliomielite da piccolissima. Impossibile battere quella voglia di riscatto. Corse i cento metri in 11 secondi, ma il tempo non fu omologato. C’era il  vento. Al secondo posto Dorothy Hyman che corse i cento metri in 11’’3 esattamente come la nostra Giuseppina Leone. A lei assegnano il bronzo, di quella gara dirà “Ricordo Wilma Rudolph che correva elegante come una gazzella, sembrava volasse”.

Sale sul podio, quel podio che in tanti oggi hanno dimenticato. Dopo quel 3 settembre 1960 i giornali titolarono “Giusy leonessa battuta solo dalla gazzella”.

Tutto scorre e i suoi successi oggi sono dimenticati. Giuseppina Leone la donna che ha corso dal lato sbagliato della storia. 

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