Visioni d'insieme

La Guerra di infanzia e di Spagna di Fabrizia Ramondino

La Guerra di infanzia e di Spagna di Fabrizia Ramondino

Era il 13 febbraio del 1937. Il console Luigi Ferdinando Baldaro si accingeva a partire per la Spagna per prendere servizio a Maiorca.

Inizia così Guerra di infanzia e di Spagna, ultimo libro di  Fabrizia Ramondino.

Maiorca, una terra che ha il mare intorno, racchiusa in se stessa e al tempo stessa rivolta all’infinito, come lo sguardo dell’autrice che si racconta partendo dal suo infinito, l’infanzia.

“E intanto il Natale, col suo sacco colmo di neve, in attesa della notte per spargerla sul mondo, distribuisce nel fumo caramelle colorate e mandarini” scrive in Ramondino, seguendo il solco tracciato da L’arte della Gioia di Goliarda Sapienza, L’isola di Arturo di Elsa Morante e Lessico famigliare di Natalia Ginzburg. Un racconto familiare che si scioglie nell’arco temporale della storia.

Nella prefazione al libro, edito da Fazi Editore, Nadia Terranova scrive “Guerra di infanzia e di Spagna è una mitobiografia che, dando spazio a una voce bambina, riesce a riscrivere una vita e un pezzo di storia, è un mosaico di narrazioni scintillanti e fantastiche, un turbine di personaggi vividi e incandescenti…Fabrizia Ramondino trova il centro del suo canto in un altrove letterario che riconosce come mitico, colto e fiabesco…il suo è un romanzo libero”.

Libero come Titina che corre spensierata nei campi di Maiorca, che si tuffa in mare alla ricerca di antichi tesori, che scopre la vita e la assapora grazie alla nonna napoletana che non dimentica mai, nelle sue visite, di spargere un po’ di polvere di magia antica nella vita della nipotina e della balia Dida che le concede di scoprire e di cercare e di vivere come la madre non le farebbe mai fare. 

Fabrizia Ramondino è nata in estate, in una giornata torrida come solo Napoli sa esserlo il 31 agosto ed è morta su una spiaggia un 23 di giugno. Completamente raccolta in un’ eterna estate.

Anche quando cede il passo all’autunno, anche quando è irriconoscibile in inverno. Ramondino è un’estate sempre, come le sue parole, come quella mozzarella che Titina si appresta a mordere per la prima volta quando arriva in Puglia. Quando la madre, che ha ormai perso la poesia si preoccupa di quanto sporcherà il suo bel vestito e lei invece sa, che si appresta gioiosamente a scoprire un nuovo mondo.

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