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Care-Dora

Care-Dora

“A me hanno dato le collane con le perline colorate per le bimbe incasinate con i traumi” .

Rifletto su questa frase cantata da Angelina Mango nella sua “La Noia” di questo ultimo Sanremo e penso a quelle collane che si usavano un tempo, quelle delle bambine, tutte colorate e dolci, si mangiavano e mi ricordo di mia sorella Dora, che un giorno disperata nel prendere ogni parte di quella collana spezzata e sparsa per terra, ha rischiato di rimetterci un dito e la sua unghia rimasta incastrata nella fessura del cancello, perché una sua amica, lo aveva chiuso per dispetto. 

Un trauma appunto, che Dora si è dovuta portare nel tempo, insieme a tutti gli altri, che la vita le ha riservato.
L’ho sempre vista come la sorella più vivace e piena di vita.
Mi piaceva frugare nel suo armadio e nella confusione del suo disordine trovavo sempre in ordine una scatola, con i fiorellini blu e bianchi, dentro la quale custodiva i suoi segreti, una foto di un’amica del Lussemburgo e qualche lettera in cui parlava d’ amore. 

Mi piaceva quella cintura con le borchie nel suo stile punk, i ciclisti neri, le Superga e la maglia verde acqua con la stampa di George Michael, il suo cantante preferito.
Sento ancora l’odore delle patatine fritte che mi cucinava per pranzo, avrò avuto 5 anni, ero felice ed in tv trasmettevano “Non è la Rai”, all’epoca era il programma televisivo più seguito dalle adolescenti e non solo.
Cantavano tutte le canzoni, che poi ho scoperto, crescendo, erano tutti brani di Raffaella Carrà, repertorio di musica divertente, così come lo era Dora.
Mi insegnava già la leggerezza e l’amore per la musica.
Mia sorella non ha avuto una vita facilissima, ha incontrato amori che le hanno lasciato lividi sul viso ed altri che l’hanno illusa e da bambina, mi dicono, era sempre in ospedale per alcuni problemi di salute. Indossava quella “corona di spine” rimboccandosi sempre le maniche e non le “restava che ridere in quelle notti bruciate”.

Un giorno d’estate ero in Croazia e da quella cabina telefonica a gettoni della spiaggia con i piedi scalzi e 40 gradi, provavo a chiamare insistentemente, era il 18 agosto e nessuno rispondeva, eppure a casa c’era sempre gente.
Qualche giorno dopo sono tornata dalla mia vacanza estiva e non c’era Dora a prendermi, come mi aspettavo.
Era stata operata d’urgenza, quando l’ho rivista sul letto a casa, con tutte le sue paure, mi sono detta che la vita ancora una volta le aveva tolto il sorriso. Lei è sempre stata la sorella dall’allegria contagiosa a cui potevi dire tutto e non si offendeva mai.
Quando ho avuto il tumore alla mammella ed ho dovuto fare le cure, non mi è stato difficile scegliere il mio caregiver.
Il caregiver è colui che ti sostiene in tutto il percorso delle cure oncologiche.
Lei era la persona giusta per affrontare con me ogni singolo passo, fatto di dolore e di brevi gioie.
Il mio pilastro ed il mio sostegno.
E so bene, che quando mi dice: “Io ho visto e ti posso capire” Sappiamo entrambe a cosa ci riferiamo.
Non è stato facile per me, ma nemmeno per lei, essermi accanto in un momento così importante della nostra vita, ma come dice Angelina Mango, “soffrire fa le gioie più grandi” e mi rende felice sapere che al mio fianco, un passo accanto, mano nella mano c’è sempre lei, mia sorella Dora con tutto l’amore del mondo. 

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