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Chiara Valerio, il potere delle parole

Chiara Valerio, il potere delle parole

Non una sedia vuota, non un posto libero, il teatro Kismet registra “tutto esaurito”. Nei corridoi laterali si aggiungono sedie di fortuna.

Sul palco una donna consapevole del suo essere, Chiara Valerio, intellettuale. In platea un pubblico attento che sorride, si commuove, riflette, applaude. Le parole si riappropriano del loro significato, le variabili tempo e spazio si annullano quando la voce di Chiara Valerio copre le distanze tra ciò che si è ipotizzato e il pensiero maturato.

 

Le parole hanno un potere?

Solo le cose che sono parole hanno un potere perché possono essere fraintese, quello che non è parola non può essere frainteso e dunque non ha nessun potere. Cioè il problema pesante è che il fraintendimento ha un potere ed è rischioso. D’altronde l’unico che veramente ci ha provato è Alain Touring che pensava che le macchine non avrebbero avuto fraintendimenti e invece si fraintendono pure le macchine.

Ma senza fraintendimenti ci sarebbe la possibilità di un confronto?

Io penso di no. Io penso che nello spazio di fraintendimento ci sia lo spazio di comprensione, però è complicato. Perché ovviamente bisogna stabilire e valutare caso per caso, quindi non c’è una regola che ti dice che una cosa è giusta o è sbagliata, e una parola pronunciata offende o consola. Però la questione è questa che bisogna accettare lo spazio di fraintendimento, di essere fraintesi, che significa accettare che lo sguardo su se stessi non sia univoco, cioè esiste un’immagine di se che sta negli occhi degli altri e quello dev’essere comunque accettato. 

Nell’immagine di se si può scegliere il silenzio?

Certo che si può scegliere il silenzio, il silenzio è forse il maggior spazio di fraintendimento che esiste. Milan Kundera diceva una cosa molto bella che chi è veramente coraggioso non scrive e non dice niente. Io questa forma di coraggio non ce l’ho e penso che non sia diffusa. Però in effetti il silenzio è una posizione.

Lei ha la possibilità di conoscere cosa pensa il Paese reale. Cosa pensa il Paese reale in questo momento?

Il Paese reale pensa che è più facile essere governati da persone che semplificano le cose in maniera abbastanza becera secondo me. Però la semplificazione gli da qualche certezza, quindi il Paese reale ha forse bisogno di certezze, pensando che nella certezza ci siano soluzioni, ma nella certezza non c’è nessuna soluzione. 

Nel teatro vuoto resta il senso della parola tracciata, in qualcuno resta il senso di un discorso mai udito, e altri hanno perso le parole.

 

 

Abbiamo incontrato Chiara Valerio al teatro Kismet di Bari al termine del primo appuntamento della rassegna letteraria Un paese senza curata da Nicola Lagioia.

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